Il segno inesorabile degli anni passano, e del fatto che io stia invecchiando, è quando un giocatore che hai avuto la fortuna di vedere e apprezzare dagli spalti appende le scarpette al chiodo. Ecco, il ritiro dal calcio giocato di Davide Moscardelli mi lascia il sapore del tempo che sfugge via dalle mani come tanti granelli di sabbia anche se, a onor del vero, dalle nostre parti ci era arrivato già con qualche annetto sulle spalle, tanto che qualcuno si chiedeva se fosse venuto a svernare. Dopo due stagioni in cui è successo di tutto, abbiamo potuto dirlo forte e chiaro: il “Mosca” era venuto a giocare, con la testa giusta e una condizione fisica invidiabile. E con la sua classe infinita, fuori categoria.
Onestamente, da quando seguo l’Arezzo (una militanza quasi
maggiorenne, ormai) sono pochi i giocatori che mi hanno fatto emozionare come
lui: lo inserisco senza dubbio nell’olimpo della pura esaltazione insieme a
pochi altri eletti: mi vengono in mente, senza pensarci troppo, Abbruscato, Floro
Flores, Tremolada, forse Erpen per certe sue giocate. “Moscagol”, insomma, rientra
nella categoria dei giocatori che scaldano il cuore anche solo con la presenza
fisica, con quella barba iconica e quel portamento in campo che trasuda estro e
personalità da tutti i pori. E che si creano uno spazio tutto loro nei cassetti
della memoria con giocate e gol da fuoriclasse.
Ho provato a riaprirli, questi cassetti, condensando i miei cinque
momenti più belli firmati Moscardelli in amaranto. E visto che oggi ricorre
l’anniversario dell’uscita di Definitely Maybe, l’album di debutto degli
Oasis che ho consumato per quante volte l’ho ascoltato, ho pensato di
accompagnare a ciascun ricordo una traccia che meglio potrebbe suonare in
sottofondo mentre riviviamo, con la pelle d’oca, le sue prodezze.
5. L’amara doppietta a Cremona - Columbia
Sappiamo bene come andò a finire quella partita, eppure,
forse per una perversione masochistica, “mi piace” sempre ricordarla per far
capire alla gente cosa voglia dire tifare Arezzo… In casa dei grigiorossi
vedemmo i primi sprazzi del vero Moscardelli dopo un fisiologico periodo di
ambientamento all’inizio di quella stagione, con Sottili alla guida e ambizioni
di alta classifica. Due gol nei primi venti minuti di gioco, prima con uno
stacco imperioso di testa, poi con un delizioso tocco sotto col portiere in
uscita. Zero a due e partita in pieno controllo fino a una decina di minuti
dalla fine, quando successe l’imponderabile. Chissà cosa sarebbe accaduto se
avessimo vinto in casa della squadra che poi avrebbe vinto il campionato… Una
domanda destinata, purtroppo, a rimanere senza risposta.
I can’t tell you the way I feel
Because the way I feel is (oh) so new to me
4. La magia contro il Livorno – Slide Away
11 marzo 2017. Quello con il Livorno, oltre a essere un
derby sentito e tutto a tinte amaranto, era anche uno scontro diretto per cuori
forti. Al Comunale la partita è bloccatissima e serve tirare fuori il coniglio
dal cilindro per spostare le sorti del match da una parte o dall’altra.
Improvvisamente, il mago Moscardelli decide di rispondere all’appello: riceve
palla poco oltre la metà campo, se la porta avanti, poi tunnel a un avversario
in corsa e prodezza balistica da più di trenta metri che finisce all’incrocio. “Slide”
in inglese significa scorrere, scivolare e il movimento di re Davide in
quell’occasione, infatti, è fluido, quasi pattina sul campo, in modo elegante e
sinuoso. Dalla curva qualche secondo per capire cosa fosse successo, poi
l’esultanza e di nuovo le mani nei capelli: “Ma cosa ha combinato?”
3. L’assist per Cellini – Live Forever
Qui la rete non la gonfia lui, ma poco ci manca. Siamo al
fatidico 5 maggio 2018 e a Carrara l’Arezzo si gioca la possibilità di salvarsi
miracolosamente senza passare dai playout nonostante i quindici punti di
penalizzazione sul groppone. La notizia del Siena che sta vincendo a Prato
tranquillizza un po’: basta anche lo 0 a 0 che si sta consumando in campo, ma
per rendere leggendaria la “battaglia totale” serve un ultimissimo guizzo. Ecco
allora che il Mosca va a inseguire un lancio che sembra lunghissimo, beffa il
difensore gialloazzurro sulla linea di fondo e appoggia per Cellini, pronto a
schiaffarla in rete e a far partire l’apoteosi. Di Moscagol rimane la voglia di
andare a inseguire un pallone che sembra perso, a 38 anni, all’ultimo minuto
dell’ultima giornata di campionato, dopo mesi a inseguire una chimera, giocando
ogni tre giorni. Ciò che differenzia un buon giocatore da un campione, in un
momento che vivrà per sempre.
We see things they’ll never see
You and I are gonna live forever
2. I due
graffi d’autore a Pisa – Bring it on down
Uno dei ricordi più belli che ho di una trasferta, oltre a quella
di cui sopra, è quella del 10 dicembre 2017 contro la corazzata Pisa. All’Arena
Garibaldi diluvia così come piove sull’Arezzo, che già mostrava i segni di
cedimento societari che deflagreranno nel fallimento e nell’esercizio
provvisorio. In panchina, però, il generale Pavanel ha già le redini del gruppo
e in campo si vede eccome. Il primo gol è frutto di un pasticcio della difesa
nerazzurra, complice il campo ai limiti dell’impraticabilità: col portiere
fuori porta, Moscardelli tira da posizione siderale, riuscendo a depositare il
pallone in rete nonostante le ampie pozzanghere in prossimità della linea di porta.
Dopo lo 0 a 2 di Foglia, che mi convince a gettare via l’ombrello per poter
esultare come si deve, e il gol pisano che accorcia le distanze, ecco ancora il
Mosca a raggelare il pubblico di casa con uno splendido sinistro di prima
intenzione dal limite dell’area. Estasi pura, con l’Arezzo che sbanca l’Arena
dopo 19 anni. Il Mosca ha abbattuto il Pisa, mentre dietro risuona la canzone
più rock dell’album.
I’ll be scraping their lives
from the sole of my shoe, tonight
1. La rovesciata di Prato - Supersonic
Solo Moscardelli poteva permettersi di scomodare il mito di
Menchino Neri e della rovesciata dei sogni, e basterebbe solo questo per
evidenziare quanto il bomber con la barba abbia inciso nell’immaginario del
calcio aretino contemporaneo. Torniamo alla stagione 2016/17 e precisamente al
7 dicembre 2016: in casa di un non certo irresistibile Prato, l’Arezzo sta
giocando male e perdendo 1 a 0. Un cross di Grossi dalla sinistra sembra davvero
troppo alto per chiunque, ma non per il Mosca, che si avvita e dà sfoggio della
sua giocata migliore, la rovesciata: elevazione incredibile e impatto perfetto
col pallone, che si infila al sette. È il favoloso gol del pari che, anche
psicologicamente, abbatte il Prato ed esalta gli amaranto. Dal settore ospiti,
anche stavolta, un attimo di incredulità, lo sguardo nel vuoto e le mani nei
capelli, poi la consapevolezza di aver assistito a un gol inimmaginabile e la
discesa sfrenata verso la balaustra. Ah, Moscardelli poi avrebbe segnato anche
il secondo gol: partita ribaltata, tre punti in saccoccia e un gol supersonico.
I need to be myself
I can’t be no one else
(Quasi) tutti i gol di Moscardelli con l'Arezzo (Amaranto Magazine)
P.s. Due righe, infine, le voglio dedicare
al mio amico Roberto, che gestisce questo blog e mi permette di metterci il
naso, per la nascita della figlia Emma. Per lui la canzone del disco non può
che essere, quindi, Married with Children, l’ultima, la più docile:
“Goodbye, I’m going home”. Auguri Rob!
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