È stata una settimana strana, vero? Non siamo certo abituati
alle soste a campionato iniziato, manco fossimo in serie A (magari)… Anzi, la
squadra di serie A, o meglio la brutta e triste copia della quella squadra, ce
l’avevamo contro in calendario, ed ecco così spiegata la pausa forzata. Troppi
giocatori della Juventus U23 impegnati con le rispettive nazionali è stata la motivazione,
come se a noi avessero mai concesso di fermarci perché Sala giocava con l’Under
20 o Muscat veniva preso a pallonate con la sua Malta in tempi recenti. Ma del
resto si sa, la seconda squadra bianconera è una fucina di giovani talenti dal brillante
avvenire come Nocchi, portiere di 29 anni compiuti, pronti a rilanciare le
sorti del calcio italiano come i vari Peeters, Touré, Selasi, Frederiksen,
Rafia, Han e Mota Carvalho, rispettivamente belga, tedesco, ghanese, danese,
francese, nordcoreano e portoghese, ed emblema di un progetto, quello delle
seconde squadre, talmente positivo e apprezzato che da due anni a questa parte
solo la squadra torinese si presta a quella che sempre da più parti viene
considerata per quello che è: una pagliacciata che fa comodo solo alla Lega di
Serie C per prendere il generoso contributo che le seconde squadre devono
versare, a differenza degli spiccioli che pagano queste società di provincia
brutte e cattive che falliscono ogni tre per due e ci fanno fare brutte figure,
mannaggia a loro.
Insomma, sta di fatto che, per questo scherzetto del
calendario, ci troveremo a giocare cinque partite in dodici giorni, a
cominciare dalla trasferta di Crema contro la Pergolettese di questa domenica.
Che Arezzo aspettarsi? La pausa ci avrà fatto bene per capire cosa non ha
funzionato a Grosseto oppure no? Ne avremo approfittato per aumentare ancora un
po’ i giri del motore o il rischio è stato quello di ingolfarsi? Il vero Arezzo
è quello esaltante del primo tempo col Lecco o quello prevedibile e arruffone
visto contro la Pianese?
"In medio stat
veritas”, dicevano i latini e avevano ragione da vendere. Se guardiamo bene,
infatti, la partita col Lecco è andata com’è andata anche perché si era messa
subito benissimo, con il gol un po’ così di Borghini ad aprire immediatamente
le marcature. Gli ospiti qualche grattacapo ce l’avevano anche creato ma,
scoprendosi, i nostri quattro là davanti andavano a nozze tanto che
all’intervallo tre gol fatti sembravano anche pochi. Di contro, a Grosseto è
andata com’è andata perché si è messa subito benissimo per loro, con quel gol
di nuovo un po’ così di Udoh con la conseguente possibilità di chiudersi a
riccio, raddoppiando sui nostri esterni e annullando di fatto la nostra arma
più pungente. Che poi i bianconeri di Piancastagnaio (non ce la faccio, troppi brutti
ricordi) hanno vinto 0-4 in casa della Giana quindi non è che forse non sono la
squadra materasso che pensavamo? Riflettiamo anche su questo.
La verità è che l'aleatorietà degli episodi è un fattore
determinante. Per quanto ci si possa preparare, se ne possa ragionare, si
possano valutare tutte le dinamiche e le eventualità, il calcio, ce lo diciamo
spesso, è metafora della vita, e la vita è imprevedibile. Basta un episodio
storto, una deviazione, una svirgolata ed ecco che crolla il castello, così
come basta un rimbalzo nel verso giusto e tutto finisce bene. Ci sono giorni
che ti riesce tutto e sei pieno d’energie e ci sono quelli che ti svegli col
piede sbagliato e non te ne va bene una. Ciò che può far pendere la bilancia da
una parte o dall’altra però è anche la dedizione che ci mettiamo, la grinta, la
fame di vittorie e le giocate individuali e di squadra. Questo è ciò che
dobbiamo ricercare, perciò avanti Arezzo, riprendiamo subito il cammino giusto,
consapevoli del potere incontrollabile della casualità, ma anche della nostra
forza.
Ah, quasi dimenticavo che oggi è il 10 settembre. Novantasei
anni fa nasceva la squadra che amiamo: buon compleanno Arezzo. Tanti auguri
Cavallino e mi raccomando, continua a galoppare, e anche se inciamperai ancora,
l’importante è che tornerai a rialzarti sempre, fiero, rampante. Tanto “per noi
la più forte sei tu”, comunque.
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