martedì 10 settembre 2019

Di soste forzate, aleatorietà e ricorrenze


È stata una settimana strana, vero? Non siamo certo abituati alle soste a campionato iniziato, manco fossimo in serie A (magari)… Anzi, la squadra di serie A, o meglio la brutta e triste copia della quella squadra, ce l’avevamo contro in calendario, ed ecco così spiegata la pausa forzata. Troppi giocatori della Juventus U23 impegnati con le rispettive nazionali è stata la motivazione, come se a noi avessero mai concesso di fermarci perché Sala giocava con l’Under 20 o Muscat veniva preso a pallonate con la sua Malta in tempi recenti. Ma del resto si sa, la seconda squadra bianconera è una fucina di giovani talenti dal brillante avvenire come Nocchi, portiere di 29 anni compiuti, pronti a rilanciare le sorti del calcio italiano come i vari Peeters, Touré, Selasi, Frederiksen, Rafia, Han e Mota Carvalho, rispettivamente belga, tedesco, ghanese, danese, francese, nordcoreano e portoghese, ed emblema di un progetto, quello delle seconde squadre, talmente positivo e apprezzato che da due anni a questa parte solo la squadra torinese si presta a quella che sempre da più parti viene considerata per quello che è: una pagliacciata che fa comodo solo alla Lega di Serie C per prendere il generoso contributo che le seconde squadre devono versare, a differenza degli spiccioli che pagano queste società di provincia brutte e cattive che falliscono ogni tre per due e ci fanno fare brutte figure, mannaggia a loro.


Insomma, sta di fatto che, per questo scherzetto del calendario, ci troveremo a giocare cinque partite in dodici giorni, a cominciare dalla trasferta di Crema contro la Pergolettese di questa domenica. Che Arezzo aspettarsi? La pausa ci avrà fatto bene per capire cosa non ha funzionato a Grosseto oppure no? Ne avremo approfittato per aumentare ancora un po’ i giri del motore o il rischio è stato quello di ingolfarsi? Il vero Arezzo è quello esaltante del primo tempo col Lecco o quello prevedibile e arruffone visto contro la Pianese?
 "In medio stat veritas”, dicevano i latini e avevano ragione da vendere. Se guardiamo bene, infatti, la partita col Lecco è andata com’è andata anche perché si era messa subito benissimo, con il gol un po’ così di Borghini ad aprire immediatamente le marcature. Gli ospiti qualche grattacapo ce l’avevano anche creato ma, scoprendosi, i nostri quattro là davanti andavano a nozze tanto che all’intervallo tre gol fatti sembravano anche pochi. Di contro, a Grosseto è andata com’è andata perché si è messa subito benissimo per loro, con quel gol di nuovo un po’ così di Udoh con la conseguente possibilità di chiudersi a riccio, raddoppiando sui nostri esterni e annullando di fatto la nostra arma più pungente. Che poi i bianconeri di Piancastagnaio (non ce la faccio, troppi brutti ricordi) hanno vinto 0-4 in casa della Giana quindi non è che forse non sono la squadra materasso che pensavamo? Riflettiamo anche su questo.
La verità è che l'aleatorietà degli episodi è un fattore determinante. Per quanto ci si possa preparare, se ne possa ragionare, si possano valutare tutte le dinamiche e le eventualità, il calcio, ce lo diciamo spesso, è metafora della vita, e la vita è imprevedibile. Basta un episodio storto, una deviazione, una svirgolata ed ecco che crolla il castello, così come basta un rimbalzo nel verso giusto e tutto finisce bene. Ci sono giorni che ti riesce tutto e sei pieno d’energie e ci sono quelli che ti svegli col piede sbagliato e non te ne va bene una. Ciò che può far pendere la bilancia da una parte o dall’altra però è anche la dedizione che ci mettiamo, la grinta, la fame di vittorie e le giocate individuali e di squadra. Questo è ciò che dobbiamo ricercare, perciò avanti Arezzo, riprendiamo subito il cammino giusto, consapevoli del potere incontrollabile della casualità, ma anche della nostra forza.


Ah, quasi dimenticavo che oggi è il 10 settembre. Novantasei anni fa nasceva la squadra che amiamo: buon compleanno Arezzo. Tanti auguri Cavallino e mi raccomando, continua a galoppare, e anche se inciamperai ancora, l’importante è che tornerai a rialzarti sempre, fiero, rampante. Tanto “per noi la più forte sei tu”, comunque.



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