domenica 28 luglio 2019

Un posto dove scrivere

Lo ammetto, Amaranto Magazine mi mancherà. Mi mancherà come fonte di aggiornamento quotidiana, più di ogni altra cosa, ma mi mancherà anche perché per tanti anni è stata la casa che ha ospitato i miei scritti su Arezzo e sull'Arezzo calcio. Ne ho già parlato meglio qui, di questo distacco, e non voglio ripetermi. 
Ma al tempo stesso avevo - ho - bisogno di un posto dove poter scrivere le mie impressioni, le sensazioni e le emozioni che vedere l'Arezzo dalla Sud riesce a darmi. Non sarà un blog aggiornato quotidianamente - anche se cercherò di non lasciarlo troppo tempo "sguarnito" - ma un posto dove dare voce a come si vedono le partite quando non si riesce a viverle con troppo distacco. Magari un giorno diventerà un luogo di confronto, chi lo sa? Magari un giorno chiederò a qualcuno dei lettori di darmi una mano coi post. Vedremo.
Per ora va bene così:  un tetto - virtuale - sopra la testa, fatto di tegole amaranto, con tutto il rispetto che ad Amaranto Magazine, uno dei non-luoghi dove sono nato giornalisticamente e dove ho scritto fino a qui, è dovuto e meritato. Per questa squadra ormai ultranovantenne che ancora ci fa battere il cuore e lustrare gli occhi neanche fossimo adolescenti al primo bacio. Per la pioggia e per il sole, per il tormento e l'estasi che ogni volta ci spingono a varcare cancelli, portare sciarpe, sgolarsi e abbracciarsi come non ci vorrebbero più capaci di fare. Perché - e qui amo sempre citare il bellissimo striscione degli ultras - "nessuna televisione potrà mai regalarvi questa emozione".

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