lunedì 23 settembre 2019

Cinque partite, quattro punti

Mettiamo subito le mani avanti: questo non vuole essere un post disfattista ma semplicemente una serie di constatazioni su quanto fin qui è successo nel campionato dell'Arezzo.  Cinque partite, quattro punti, di cui tre all'esordio e solo uno nelle successive quattro gare, due esterne e due in casa. Contro avversarie, è giusto dirlo per onestà intellettuale, tutte alla portata degli amaranto.  Alzi la mano chi non pensava, in tutta onestà, che calendario alla mano non saremmo già stati almeno a nove-dieci punti alla data di oggi. Se guardiamo cosa ha funzionato, potremmo dire ad esempio che i gol subiti (6) non sono tantissimi, se pensiamo ad esempio che il Pontedera ne ha incassati 8 (di cui 4 in una partita sola) e ha il doppio dei nostri punti: però non è questo il punto, perché dall'altra faccia della medaglia bisogna dire che questo Arezzo a trazione anteriore ha sin qui segnato col contagocce (dopo il debutto vittorioso col Lecco, un gol ogni due partite) e soprattutto ha dato l'impressione che se le partite si mettono male poi è un casino raddrizzarle.  Ecco, a questo punto della stagione casomai è questo forse l'aspetto più preoccupante dell'intera faccenda:l'Arezzo è andato tre volte in svantaggio e in queste tre occasioni sono arrivate altrettante sconfitte. Se il lato tecnico, infatti, si può sistemare tutto sommato con pochi accorgimenti, come un modulo un po' più "quadrato" o qualche puntellata alla rosa (lungi da noi voler dare "consigli" o tantomeno direttive ad una persona dell'esperienza calcistica di Ermanno Pieroni, ma magari un centrocampista in più, anche due, non scomoderebbero), l'aspetto psicologico richiede tempi più lunghi e a volte i calciatori semplicemente certe caratteristiche non le hanno. 


Non c'è bisogno di fare nomi, ma abbiamo visto difensori andare palesemente in confusione, diventare insicuri, abbiamo visto attaccanti che non si sono ancora calati nella categoria o che eccedono nella foga, il fatto è che l'Arezzo che riesce a mettere la partita dal verso giusto è una squadra brillante e a tratti baldanzosa, lo abbiamo visto in casa contro il Lecco e lo abbiamo visto nella gara esterna contro la Pergolettese, dove - al netto delle sviste arbitrali - i tre punti non sono arrivati soprattutto perché non siamo stati abbastanza cinici da chiuderla quando era il momento, ma comunque abbiamo creato occasioni; e di contro, l'Arezzo che deve rimontare uno svantaggio è una squadra arruffona, con una manovra prevedibile e che sembra quasi smettere di credere in sé stessa. Contro Pianese, Juventus U23 e Albinoleffe sono arrivate tre sconfitte di misura:  troppo presto per parlare di crisi, ma non è mai troppo presto per dire che la squadra ha bisogno di un riavvio, di un reset mentale. Non si diventa brocchi in cinque partite così come non si era una squadra da Champions League dopo le belle prove del precampionato: l'Arezzo (inteso come società) e il mister devono mettere i giocatori nelle condizioni di poter esprimere al meglio tutto il proprio potenziale: la classifica è corta, quelli che oggi sono playout possono diventare playoff in pochissimo tempo, ma la squadra, ancora una volta, deve crederci di più. Prima che diventi, allora sì per davvero, troppo tardi.

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