mercoledì 9 ottobre 2019

Arezzo, serve una scossa

Ce lo siamo detti in curva a fine primo tempo: in tanti anni di "militanza" di curva, è difficile ricordarsi una squadra che ci abbia messo così sotto, in casa nostra, come ha fatto il Monza nel primo tempo contro l'Arezzo. E ok. Del resto l'aveva detto anche Dal Canto dopo che il Siena era riuscito a vincere contro la squadra di mister Brocchi: non inganni il risultato, questi fanno e faranno un campionato a parte. Ne prendiamo atto. Però ci sono alcune cose, è doveroso dirlo, che non hanno fatto onore alla causa amaranto. Le elenchiamo qui in ordine sparso, diciamo come spunti di riflessione.

- I cambi di modulo, gli esperimenti tattici. 4-2-4, 4-4-2, 3-5-2 e chi più ne ha più ne metta. Questa è roba che si fa in precampionato. Siamo all'ottava giornata, abbiamo fatto otto punti, segnato otto gol (di cui sei in due partite e solo due nelle altre 6) e subiti 11: peggio degli amaranto solo Juventus U23, Olbia, Lecco e Giana Erminio. Al di là del gioco che latita, questi sono numeri e le chiacchiere le porta via il vento.

(anche perché a volte i gol sono tipo questo, che per carità, gran giocata, ma la difesa?)

- Come se non bastasse dobbiamo affrontare tante squadre di alta classifica: nelle prime otto giornate, oltre al Monza, abbiamo affrontato Lecco, Pianese, Juventus U23, Pergolettese, Albinoleffe che sono fuori dalla zona play-off, Como e Pro Patria che sono appaiate all'ottavo posto. Da adesso inizia un tour de force che ci vedrà opposti a Siena, Alessandria, Pro Vercelli, e ci mancano ancora Pontedera, Novara, Carrarese e la sorpresa Renate.
- Nel finale di partita, sul 4-0 e dopo un secondo tempo giocato in sostanziale scioltezza, i calciatori biancorossi pressavano, facevano falli anche duri, non hanno mai perso la concentrazione né le distanze tra i reparti. Oltre che darci una lezione di calcio, la squadra di Brocchi ci ha dato una lezione di mentalità.
- Domenica c'è Siena-Arezzo. Se io fossi Di Donato, direi "non c'è bisogno che aggiunga altro, sì?" A parte gli scherzi, al di là dei tre punti, quella contro i bianconeri è una partita che ovviamente non sarà determinante ai fini della classifica (è la nona di campionato su 38), ma ovviamente è una partita di importanza capitale per la piazza, per ridare alla squadra fiducia in sé stessa, per ristabilire un rapporto tra squadra, città e (soprattutto) tifoseria.
- Prima della partita contro il Monza è stato osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo da anni ormai stabilmente in serie A. A proposito di Serie A, chi scrive ha quarant'anni e segue il calcio dai tempi delle scuole elementari, quindi diciamo da più di trenta. In questo lasso di tempo, sono passati dalla massima serie, in ordine sparso, Carpi, Treviso, Benevento, Salernitana, Crotone, Ancona, Frosinone, Reggiana, Messina, Cremonese, Pisa, Pescara, Piacenza, Siena, Reggina, Avellino, Foggia, Venezia, oltre alle varie Perugia, Empoli, Novara, Como, Cesena, Ascoli, al già citato Sassuolo, eccetera eccetera. Questo per dire cosa? Che fare calcio ad alti livelli è difficile, ma non impossibile. Ci riescono a tutte le latitudini, sarà che proprio ad Arezzo invece no?

- Ma lasciamo perdere i voli pindarici, torniamo al presente. L'Arezzo ha bisogno di cambiare passo: certo, rispetto alla squadra dello scorso anno sono partiti SEI pezzi di alto livello (Pelagotti, Pelagatti, Sala, Basit, Buglio, Brunori), ma vogliamo, dobbiamo ancora credere che la classifica non rifletta il reale valore della rosa a disposizione di mister Di Donato. Rosa che abbonda in alcuni reparti e scarseggia in altri, questo sta diventando palese, ma in qualche modo si può porre rimedio. Aspettando tempi migliori, però, chi scende in campo metta grinta, impegno, combattività, dedizione alla causa. La piazza, siatene certi, apprezzerà. Noi, i tifosi dell'Arezzo, siamo quelli del "Forza Vecchio Cuore Amaranto!"

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