venerdì 18 ottobre 2019

Mondi paralleli: Arthur Fleck tifa Arezzo


“Put on a happy face”. Sì, “Joker” è uno di quei film che lasciano il segno, andate a vederlo, ma non è questo il punto - e soprattutto, non andate a vederlo sabato sera, perché sabato sera c’è da andare allo stadio a vedere e tifare l’Arezzo che affronta l’Alessandria. 



E allora anche noi tifosi, proprio come lui, dovremo indossare una faccia felice e fare un sorriso anche se (calcisticamente, s’intende) felici non lo siamo per niente. Anche il finale del derby di domenica scorsa, infatti, è qualcosa che lascia (ancora una volta) il segno, un’altra beffa e un’ulteriore batosta in pieno stile Arthur Fleck. “Sono soltanto negativi i miei pensieri”, verrebbe da dire, come il protagonista, quando si parla del cavallino rampante quest’anno, specialmente in fase di avvicinamento agli ultimi minuti di gara, che ormai da un pezzo ci sono fatali. Il gol desolante preso a Grosseto, la rapina di Crema, la sconfitta in rimonta contro la Juve B, la sconfitta casalinga con l’Albinoleffe con il solito gol dell’ex, l’umiliazione col Monza e quest’ultimo spiacevole scherzetto nel derby. Roba che farebbe piombare Joaquin Phoenix in uno dei suoi attacchi di riso isterico, anche se noi non ci vogliamo ancora arrendere alla logica del caos e dell’autodistruzione. Qualche motivo per sorridere davvero, infatti, c’è e non è tutto così cupo come nel film di Todd Phillips, perché a Siena gli amaranto hanno comunque dato prova di essere presenti in campo con il corpo e con la mente, di saper battagliare e tenere botta. Ora, la partita di domani dovrà prima di tutto confermare che il tracollo contro i brianzoli è definitivamente alle spalle e ce lo siamo levati prima di tutto dalla testa, ma al tempo stesso che non è stato rimpiazzato dal morbo della rimonta subita domenica all’ultimo tuffo, quando in un ipotetico mondo parallelo dove l’amaranto nutre di maggior fortuna dovevamo già essere festanti in cima a quella maledetta rampa di scale del Franchi (sei minuti di recupero, ma per piacere…)

Sensazioni che più contrastanti non si può

Possiamo ancora risalire la china, insomma, a partire da domani, andandoci a riprendere quello che ci siamo tolti da soli o ci è stato tolto dagli altri. Possiamo recuperare l’entusiasmo perso con una vittoria e tre punti che farebbero bene anche a una classifica che ci piace davvero poco. L’Alessandria è una bella squadra che ha iniziato forte, ma il nostro Arezzo deve mettersi in testa che può giocarsela con tutte; che non è più forte di nessuno, ma che può vincere con chiunque. Bisogna stare bene in campo e avere compattezza prima di tutto, poi bisogna cercare di aumentare la pericolosità offensiva, perché anche in casa dei bianconeri abbiamo sì concesso pochissimo, ma anche là davanti abbiamo combinato poco o nulla in fin dei conti, il che per una squadra che in rosa ha una dozzina di giocatori offensivi è un paradosso. È che il mister ha trovato qualche certezza snaturando il suo credo e l’idea su cui si è basata tutta l’estate tra mercato e preparazione: giusto o sbagliato che sia, per ora sembra che si vada avanti e così, l’allenatore è lui e quelli che vanno in campo sono gli amaranto, è l’Arezzo, è la squadra che amiamo, quindi speriamo che abbia ragione DiDo e che inizi ad arrivare una serie di risultati utili che ci faccia rialzare la testa, a partire da domani sera. Noi, dal canto (ops…) nostro, indossiamo una faccia felice, e magari anche una bella sciarpa, o qualsiasi altra cosa amaranto a ricordare e ricordarci che non è tutto nero, ma che finché quel colore lì scenderà in campo, ci sarà vita, ci sarà luce, ci sarà speranza. “Tifosi dell’Arezzo cantate perché, in campo c’è la squadra più forte che c’è!”

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